(4 / 5) Non abbiamo dubbi: Pilu Niuru Classic Salento Igp sarebbe il vino preferito di Cetto La Qualunque, il personaggio portato in televisione e al cinema dal grande Antonio Albanese. Un vino che racconta la “voglia di pilu cronica che risale al tardo Medioevo”, nel suo essere “qualunquemente” accattivante sullo scaffale del supermercato dal quale lo “preleviamo”, per approfondirne la conoscenza. Senza veli. Ovvero stappandolo, per intenderci. La premessa è che Pilu Niuru è un Negroamaro del Salento, ma non di quelli scialbi. Celebra nel nome “la sensuale femminilità tipica delle donne salentine dagli ammalianti occhi e lunghi capelli neri”, come spiega la stessa casa produttrice Taurosso di via Taranto 76, Campi Salentina, Lecce. Vestito solo di un calice trasparente, Pilu Niuru si mostra come mamma l’ha fatto: d’un rosso rubino carico, acceso. Sarà la timidezza? Noi, voraci, non vediamo l’ora di assaggiarlo. Ma prima ci annusiamo un po’. Pilu Niuru emana prugna, mora, liquirizia e cuoio. Non dev’essere una preda facile. La mordiamo. E in bocca è calda, speziata, di nuovo sa di more e, soprattutto, di piccoli frutti a bacca rossa. Tira fuori le unghie e le conficca nel palato quando estrae un tannino vivo, suadente. Forse un po’ troppa verve e allora lo allontaniamo. La “sensuale femminilità salentina” va presa a sorsi meditati, altrimenti rischia di dare alla testa. Anche perché la temperatura sale, sorso dopo sorso. E Pilu Niuru li fa sentire tutti i suoi 13,5 gradi di alcol in volume. Pilu Niuru Salento Igp Taurosso è il compagno di primi piatti della tradizione culinaria salentina, ma è in grado – per struttura e corpo – di essere abbinato con piatti di carne arrosto e formaggi di media stagionatura. E’ chiaro come si tratti di uno dei fiori all’occhiello del marketing della casa leccese Taurosso, che gli ha dedicato addirittura una pagina Facebook ad hoc, a dire la verità poco aggiornata. Si sa, del resto: per certe cose, basta il nome.
Prezzo pieno: 6,99 euro
Acquistato presso: Il Gigante
® Riproduzione riservata
sostieni winemag.it
Siamo una testata indipendente gratuita, ma il nostro lavoro ha un costo che la pubblicità fatica a ripagare.
Se credi nell'informazione libera e in un nuovo modo di raccontare il vino italiano, sostienici con un euro al mese.
Dello stesso autore
- Abaccabianca 2024: Gavi e Timorasso Derthona “sfidano” Borgogna, Mosella e Franken
- 50 anni di VDP.Weinbörse: l’evoluzione del vino tedesco dallo sfuso ai Grosses Gewächs
- Gavi Riserva: sprint del Consorzio con la rielezione di Maurizio Montobbio a presidente
- Marchisio da Vitevis a Cadis: all’orizzonte un maxi gruppo Soave-Bardolino-Valpolicella?
- Lo Champagne nel 2024? Sostenibilità, Piwi e nuovi Bureau nei Paesi chiave
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia.